
In un contesto in cui da un momento all’altro può crearsi un’opportunità da
sfruttare per il proprio business, è bene tenersi aggiornati e non farsi sfuggire
nessuna occasione.
In questi articoli vi propongo le novità più interessanti della
settimana riguardanti il settore del marketing.
Vediamo subito quali sono quelle di questo #63 appuntamento.
#1 NOTIZIA- TIKTOK PAGA I CREATOR: ECCO COME POTRÀ GUADAGNARE UN TIKTOKER
Esatto, sarà possibile guadagnare tramite TikTok e anzi, negli Stati Uniti molti creator lo stanno già facendo. Che si tratti di una risposta alla scopiazzata di Reels?
L’idea di TikTok è di premiare i creator che quotidianamente offrono il loro contributo per intrattenere gli utenti della piattaforma. Insomma, si tratta di un modo per ringraziarli e per premiare il loro talento e creatività.
Per questo, l’applicazione ha intanto previsto un fondo di 60 milioni di dollari destinati a salire a 255 entro i prossimi 3 anni.
I primi quattro creator italiani destinatari del Fondo sono stati annunciati lo scorso 18 agosto. Si tratta di: Rosalba, Vincenzo Tedesco, Luciano Spinelli e Martina Socrate.
Certo, non si tratta di star della televisione o del web a cui siamo abituati, ma tra i più giovani e frequentatori della piattaforma sono delle vere e proprie celebrità.
Ma questo non è l’unico modo che i creator hanno per guadagnare da TikTok. Negli articoli passati abbiamo già presentato la piattaforma business offerta dall’applicazione alle aziende e operatori di marketing interessati ad ingaggiare creators.
La piattaformi si chiama TikTok Creator Marketplace, e tramite filtri di ricerca e statistiche, permette ai brand di trovare i creator adatti alle proprie necessità.
Ora però torniamo a parlare del fondo per creator offerto da TikTok. Per accedere al fondo il creator deve avere 18 anni compiuti, una base di almeno 10 mila follower e almeno 10 mila visualizzazioni dei suoi video negli ultimi 30 giorni.
Per proporsi bisogna compilare la richiesta dal proprio account pro/creator e, se la richiesta sarà accettata, sarà da subito possibile vedere quanto si sta guadagnando grazie ai video più performanti.
Non è chiaro quanto si potrà guadagnare. Alcuni dicono ½ centesimi ogni 1000 visualizzazioni. Io penso che il guadagno dipenderà da diversi fattori, ad esempio: nicchia di appartenenza, luogo di provenienza e tasso di coinvolgimento.
A prescindere da questo, personalmente apprezzo l’intenzione di TikTok di premiare i creators che quotidianamente tengono viva la piattaforma che, senza di loro, non potrebbe esistere.
#2 NOTIZIA- DIGITALIZZAZIONE DELLE IMPRESE IN ITALIA: A CHE PUNTO SIAMO?
La recente emergenza sanitaria ci ha messo di fronte un problema che nel 2020 merita di essere affrontato: la digitalizzazione del Paese. Molte aziende si sono infatti ritrovate a dover riorganizzare i propri processi aziendali per adattarli al nuovo contesto.
Ecco che improvvisamente in Italia si è sentito parlare di smart working, approccio lavorativo che solo chi già lo adottava anche prima della pandemia conosceva.
Ma riferirsi alla digitalizzazione del Paese e parlare solo di smart working può essere riduttivo. Sono altre le tecnologie che contribuiscono all’innovazione tecnologica: uso del cloud, big data, realtà virtuale e realtà aumentata, internet of thing, automazioni e stampa 3D.
L’ISTAT ha quindi realizzato un nuovo censimento per indagare, considerando le nuove tecnologie sopraccitate, il grado di maturazione tecnologica raggiunta dalle aziende italiane. Non è stato considerato solo il numero di tecnologie adottate, ma anche l’eventuale integrazione tra esse.
È che tecnologie di base come la fibra ottica o il 4G, il cloud e la sicurezza, sono largamente usate. Meno lo sono le applicazioni che avrebbero maggiore impatto sui processi aziendali come l’Internet of Things, la realtà aumentata o virtuale, l’analisi dei Big Data, l’automazione avanzata e la stampa 3D.
A livello settoriale emerge il ruolo trainante dei servizi: le telecomunicazioni (94,2%), la ricerca e sviluppo, l’informatica, le attività ausiliarie della finanza, l’editoria e le assicurazioni hanno percentuali di imprese che investono in tecnologie digitali superiori al 90%. Il primo settore manifatturiero per investimenti digitali è la farmaceutica (94,1%), seguita a distanza dalla chimica (86,6%).
Non si registrano particolari differenze tra le regioni del mezzogiorno e quelle a nord, quanto più tra le dimensione dell’azienda. Tra le imprese con 10-19 addetti “solo” il 73,2% ha effettuato investimenti digitali, mentre quelle tra quelle con oltre 500 addetti la percentuale arriva al 97,1%.
L’ISTAT ha poi indagato come le nuove tecnologie venissero impiegate dalle aziende categorizzandole in 4 tipologie in base alla loro predisposizione all’innovazione.
Come potete vedere dal grafico, nel primo gruppo rinominato “asistematiche”, sono presenti le aziende che hanno investito nell’adozione di un software gestionale, ma gli investimenti in cloud e fibra sono molto limitati.
Le imprese “costruttive” sono il gruppo più numeroso, e si caratterizzano per essere consapevoli del potenziale che internet può offrire alla loro attività. Si trovano in una situazione in cui cercano di capire come ottimizzare gli investimenti nella digitalizzazione e come integrare le tecnologie tra loro.
Le imprese “sperimentatrici” hanno invece già raggiunto una maturità digitale tale da poter sperimentare altri tipi di integrazione tecnologica per comprendere quale porti i migliori risultati. In questo gruppo compaiono i primi significativi investimenti nella valorizzazione dei flussi informativi (Big Data) e nella robotica.
Le imprese “mature” sono le meno numerose e rappresentano un punto di riferimento per le imprese che vogliono digitalizzarsi.
I software più utilizzati dalle aziende sono quelli che gestiscono l’archiviazione dei documenti, le risorse materiali in magazzino in entrata e in uscita, e la gestione fiscale dell’impresa. I CRM (software per la gestione dei clienti) sono usati dal 33% delle imprese. Un dato abbastanza basso che rende le aziende sprovviste meno competitive sul mercato.
#3 NOTIZIA- ZOOM ALLA CARICA: RADDOPPIATI I PROFITTI IN POCHI MESI
Per rafforzare l’importanza della digitalizzazione ecco un caso pratico. Durante il periodo di pandemia, le applicazioni per le videoconferenze hanno ricevuto grande attenzione e rilevanza. Se prima erano utilizzate solo per motivi lavorativi e da una ristretta categoria di lavoratori, in questi mesi sono risultati essere fondamentali, persino per gli studenti più giovani.
Questa tendenza è ben visibile. Ce lo dimostra Zoom, che nel secondo trimestre del 2020 ha raddoppiato i suoi profitti.
Su Il post si legge: ”i ricavi di Zoom nel secondo trimestre del 2020 sono stati 663,5 milioni di dollari (circa 550 milioni di euro), il 355 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019 e superando le aspettative degli analisti di 500,5 milioni di dollari (circa 415 milioni di euro). I profitti dell’azienda sono saliti a 186 milioni di dollari (155 milioni di euro), mentre i clienti sono aumentati del 458 per cento, sempre rispetto allo stesso periodo del 2019.
Lunedì 31 agosto le azioni di Zoom hanno raggiunto la loro quotazione massima chiudendo a 325,10 dollari (circa 270 euro), un rialzo dovuto alle stime della società di un aumento di oltre il 30 per cento delle entrate annuali per un totale compreso fra 2,37 e 2,39 miliardi di dollari (attorno a 2 miliardi di euro), contro le entrate precedentemente previste tra 1,78 e 1,80 miliardi di dollari (attorno a un miliardo e mezzo di euro).”
La capitalizzazione di Zoom è ora superiore ai 120 miliardi di dollari, dai 25 miliardi dello scorso anno, e la società vale più di IBM, storica azienda americana operante nel settore informatica.
Bene, questa era l’ultima notizia che avevo il piacere di proporre e condividere con
voi. Vi ringrazio per aver letto l’articolo e spero vi sia stato utile per rimanere
aggiornati o per trovare qualche spunto interessante.
Alla prossima settimana!
Articolo scritto da: Alessio Pepe