In un contesto in cui da un momento all’altro può crearsi un’opportunità da sfruttare per il proprio business, è bene tenersi aggiornati e non farsi sfuggire nessuna occasione.
In questi articoli vi propongo le novità più interessanti della settimana riguardanti il settore del marketing.
Vediamo subito quali sono quelle di questo #52 appuntamento.
#1 NOTIZIA- IBM DICE NO AL RICONOSCIMENTO FACCIALE E ALLA SORVEGLIANZA DI MASSA INGIUSTIFICATA
L’ultimo periodo
è stato caratterizzato da grandi disordini sociali nelle principali città
americane, ma anche nel resto del mondo, dove migliaia di cittadini si sono
uniti per protestare contro l’abuso di potere delle autorità americane nei
confronti dei cittadini, spesso afroamericani.
Questi eventi hanno riacceso una discussione importante riguardo l’importanza del riconoscimento facciale e della sorveglianza di massa per mantenere l’ordine.
IBM si oppone però all’uso del riconoscimento facciale per scopi non etici, e fa sapere che uscirà dal mercato delle tecnologie atte alla sorveglianza di massa. Questo vuol dire che l’azienda non offrirà più servizi per fini di «sorveglianza di massa, profilazione razziale, violazione delle libertà e dei diritti umani», come affermano in una lettera inviata al Congresso statunitense.
Il CEO dell’azienda ha poi dichiarato: «crediamo che sia giunta l’ora di aprire un dialogo nazionale sul se e sul come la tecnologia di riconoscimento facciale debba essere impiegata dalle forze dell’ordine».
Anche Amazon ha scelto di prendere una posizione a riguardo impedendo alle autorità statunitensi di accedere per un anno a Rekognition, il software utilizzato dalle organizzazioni governative per la sorveglianza tramite riconoscimento facciale.
Il software continuerà comunque ad essere attivo per cause più necessarie come a supporto delle vittime della tratta di esseri umani e per aiutare le famiglie a ritrovare i propri parenti scomparsi.
Si tratta di tecnologie che in paesi come la Cina sono già ampiamente usate per sorvegliare la popolazione, anche se in molti sono contrari e studiano metodi per ingannare i sistemi di controllo. Anche in Italia si fa strada il desiderio di integrare queste tecnologie per tutelare il cittadino, ma non mancano le preoccupazioni riguardo la violazione della propria privacy.
#2 NOTIZIA- GOOGLE SHOPPING A SUPPORTO DELLE PICCOLE IMPRESE
La pandemia da Covid-19 ha messo sotto una luce diversa l’ecommerce, e anche le piccole imprese hanno provato a portare il proprio business offline su internet.
Google ha l’intenzione di aiutare le piccole imprese a riprendersi dal duro colpo subito, ma è anche un modo per mettere in difficoltà Amazon, il re dell’ecommerce.
Google ha così deciso di inserire all’interno della lista di prodotti consigliati ai consumatori dei prodotti provenienti da fonti organiche e non a pagamento. A prescindere dall’investimento pubblicitario, le piccole imprese avranno quindi l’opportunità di aumentare la visibilità dei propri prodotti.
Google shopping mostra ai consumatori i prodotti più adatti a loro in base agli interessi registrati, inoltre rimanda l’utente direttamente sul sito dell’azienda produttrice, così da aumentare la sua notorietà e la fidelizzazione col cliente.
L’obiettivo è quindi quello di aiutare le piccole imprese ad ottenere più visibilità, ma si tratta anche di un investimento per Google. La speranza è che le aziende notino degli incrementi di guadagno grazie all’utilizzo di Google shopping, e che comincino a destinare parte del budget a questo canale di promozione.
Un altro scopo è quello di competere con Amazon, che nell’ultimo periodo potrebbe aver preso troppo spazio nel mercato. Il fattore differenziante è che mentre Amazon mostra prodotti che vengono scelti in base alla convenienza, su Google shopping il cliente sceglierà in base alla considerazione che ha del brand, aumentando così il rapporto cliente-azienda.
#3 NOTIZIA- POTRÀ ESSERCI UNA RIVOLUZIONE ECOLOGICA POST-COVID?
Il 5 giugno è stata la giornata mondiale dell’ambiente, una ricorrenza presente nei nostri calendari ormai dal 1974.
Anche se solo negli ultimi anni si è iniziato a parlare di crisi climatica, già nella metà del 20esimo secolo gli scienziati avvertivano che l’umanità stava portando il sottile equilibrio ambientale a un punto di non ritorno.
Sono passati decine di anni da quegli avvertimenti, e la consapevolezza riguardo la nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente è ancora poca. Da una parte c’è chi non crede nel cambiamento climatico, dall’altra c’è chi non imputa all’uomo la colpa di questi cambiamenti.
Il Covid-19 ci ha però offerto uno spunto di riflessione. Durante il periodo prolungato di lockdown, sono stati ben visibili i risultati dell’assenza di inquinamento dovuto a macchine e fabbriche operative.
La natura ha potuto riprendere a respirare per un breve periodo, con mari più trasparenti e un’aria più pulita.
Questa emergenza
sanitaria ci ha dato un bello scossone, e ci ha reso consapevoli di quanto
l’uomo abbia grande rilevanza nei cambiamenti climatici.
Secondo uno studio condotto in Italia e in altri 29 paesi, il 71% degli intervistati considera il cambiamento climatico un’emergenza alla pari di quella del Covid-19. Questa maggior consapevolezza ci spingerà ad adottare soluzioni disponibili per soddisfare i nostri bisogni. Un esempio sono le auto elettriche, che nell’ultimo periodo sono diventate oggetto di desiderio di migliaia di persone.
L’azione individuale a salvaguardia dell’ambiente gioca un ruolo importante e denota una nuova tendenza culturale, ma il cambiamento deve venire soprattutto da istituzioni e imprese.
Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione Europea ha infatti dichiarato: “Prima o poi i nostri scienziati e ricercatori troveranno un vaccino contro il Coronavirus. Ma non c’è vaccino contro i cambiamenti climatici. Per questo motivo l’Europa deve ora investire in un futuro pulito”.
I primi interrogativi post-covid riguarderanno la possibile implementazione di un trasporto sostenibile, di agevolazioni per lo smart working e un utilizzo consapevole dell’energia. Il lockdown e l’uso intensivo di internet ci hanno infatti dimostrato come anche fare una ricerca su Google abbia il suo peso sull’ambiente.
Secondo un report di Greenpeace, infatti, “si stima che l’impronta energetica del settore IT consumi già circa il 7% dell’elettricità globale. Con un previsto triplice aumento del traffico globale di internet entro il 2020, l’impronta energetica di internet aumenterà ulteriormente, alimentata sia dal nostro consumo individuale di dati che dalla diffusione dell’era digitale a un numero maggiore di persone nel mondo”.
Bene, questa era l’ultima notizia che avevo il piacere di proporre e condividere con voi. Vi ringrazio per aver letto l’articolo e spero vi sia stato utile per rimanere aggiornati o per trovare qualche spunto interessante.
Alla prossima settimana!
Articolo scritto da: Alessio Pepe