
I Social Media come strumento di Marketing
Per migliorare il tuo social marketing ecco una serie di consigli da parte di Youtoo Digital, Web Agency di Milano.
Potrà sembrare incredibile, ma sono ancora poche quelle aziende che hanno capito l’importanza del social marketing e che stanno approfittando delle immense opportunità che offre. Il 66 per cento dei consulenti marketing trascorrono ogni settimana solo 6 ore nel dedicarsi ai social network usando strumenti miranti a incrementare i potenziali clienti.
Eppure quella che è una strategia social marketing messa in atto in modo adeguato è in grado di “incidere” sui motori di ricerca facendo sì che si migliori il posizionamento. Si tratta di un meccanismo che non solo incrementa il traffico alla volta del sito web che si intende promuovere, ma che anche favorisce ad aumentare le vendite ed ad essere nel complesso indispensabile per il business dell’azienda.
Ciò premesso, come è possibile attuare una strategia vincente sui social media? Quale canale scegliere tra i tanti che ci sono a disposizione? Ovviamente sarebbe un grosso errore rivolgersi solo ad uno anziché a tutti i big del web quali sono Facebook, Twitter, Google+, Instagram, LinkedIn, Pinterest, YouTube.
La giusta strategia di marketing sta nell’essere presente su tutti questi canali social o è sufficiente puntare solo su alcuni e non curarsi degli altri? La risposta dipende solo dagli obiettivi che si intendono raggiungere e da quale tattica si vuole adoperare.
Per fare un discorso chiaro e lineare, vediamo di suddividere in punti il tutto in modo che sia più semplice individuare i social che potrebbero essere più consoni al proprio business e, così, poter meglio orientarsi per quale o quali optare.
Mettere a fuoco gli obiettivi che ci si propone
Avere ben chiare le idee è la prima cosa. D’altronde, come si farebbe a sviluppare una strategia se non si sa dove si vorrebbe arrivare? Potrà sembrare una banalità, ma molti, armati di buone intenzioni, partono un po’ alla ventura per poi ritrovarsi in un vicolo cieco.
Si vuole diffondere maggiormente il proprio brand?
In tal caso, cosa buona sarebbe preferire delle consolidate piattaforme web che siano particolarmente seguite dagli internauti. Va da sé, quindi, che non è il caso lanciarsi su piattaforme appena avviate o troppo settoriali. Inoltre, riveste un ruolo essenziale l’advertising, ossia effettuare una campagna pubblicitaria sul canale, anche se si ha un minimo budget disponibile.
Ogni social ha delle proprie opzioni per la pubblicità. Ad esempio Facebook (Facebook ADS) ha una ottima reputazione in tal senso generando un notevole ROI.
Si punta ad aumentare il numero dei potenziali clienti?
In tal caso LinkedIn di certo è una buona opportunità visto che vi è un B2B molto efficace grazie alla presenza di numerosissimi gruppi dove è possibile interagire ed essere notati; utilissima è anche la funzione con filtri avanzati per fare una cernita accurata.
Oltre a LinkedIn, lo stesso discorso vale per Facebook e Twitter, i quali hanno anche un minor costo per clic (CPC) piuttosto che una campagna su AdWords pay per click,
Individuare il proprio pubblico target
Il passo successivo è quello di capire dove il proprio pubblico target interagisca maggiormente. Si devono tenere presenti più fattori, ultima la fascia di età della propria clientela.
Se, ad esempio, il cliente tipo è una donna over 60 non vale la pena sprecare tempo, energia e costi su un canale quale Snapchat. Analogo discorso vale se il proprio target mira solo ad un’utenza maschile: in tal caso non vale la pena sprecare tempo, energia e costi su un canale quale Pinterest.
Sarebbe un gravissimo errore improntare una campagna di marketing non tenendo conto del fattore demografico. L’età deve sempre essere tenuta in dovuto conto. Se si usa uno strumento social listening, che potrebbe essere Sprout Social, si può fare un’accurata analisi dei propri attuali fan o follower. In tal maniera si avranno dati precisi su età, sesso, posizione delle persone e si potrà prendere una più ponderata decisione su quali siano i canali social sui quali investire.
Tuttavia, se si desidera essere presenti anche su altri social per voi nuovi, vi sono delle analisi che delineano le demografie chiave relativa determinate piattaforme social.
Tanto per dare qualche dato: dalle analisi risulta che sono le donne rispetto agli uomini più propense ad usare Instagram (31% contro il 24 per cento) e che coloro che hanno un profilo si LinkedIn hanno uno stipendio sopra i 70mila euro all’anno.
In estrema sintesi: nello scegliere un canale social non farsi incantare dalla moda del momento, ma guardare sempre alla fascia di età degli iscritti.
Individuare i canali usati dalla concorrenza
Tenere d’occhio la concorrenza è sempre un modo per evitare di sbagliare strategia di marketing. Si deve sempre essere a conoscenza di una serie di fattori; il contenuto che pubblicano; la frequenza con il quale pubblicano; il numero dei like o delle condivisioni che ottengono.
Sapere cosa la concorrenza pubblica e sia attiva sui social, serve ad avere il polso della situazione e ad avere la consapevolezza di quello che attrae o meno il pubblico target e mettere di conseguenza meglio a punto la propria strategia social marketing.
Anche qui, se si usa uno strumento social listening, che potrebbe essere Buzzsumo, si è in grado di capire quale brand del settore di pertinenza ha una maggior influenza sui frequentatori del social; fondamentale l’analisi dei like, delle condivisioni, ma anche della lunghezza dei post e del loro contenuto e foto.
Utilissimo in questo anche Brandwatch Analytics che permette di monitorare l’uscita social media su un competitor su Twitter e su Facebook, così come permette di monitorare le loro menzioni sul web. Gli strumenti in questo campo sono tantissimi, pertanto è consigliabile prima di affidarsi pienamente ad uno di questi strumenti di testarne degli altri per vedere se in effetti siano ottimali per le proprie esigenze di social marketing.
Individuare il contenuto per la propria strategia di social marketing
Il contenuto di una campagna di social marketing non si deve sottovalutare, perché quello è il messaggio che arriverà ai potenziali clienti target. Se si sbaglia contenuto, tutto finirà nel vuoto assoluto: nessun like e nessuna condivisione vuol dire nessuna cassa di risonanza.
Si vuole condividere informazioni sull’azienda?
Tali contenuti sono per lo più adatti a quello che è un pubblico B2B; un pubblico che frequenta piattaforme professionali quali LinkedIn e SlideShare.
Nel caso si abbia un profilo aziendale sul canale Twitter o anche uno personale che però si usa a scopo professionale, sono ottimi per poter coinvolgere degli altri professionisti usando degli specifici contenuti settoriali.
Si vuole condividere dei video/contenuti?
Anche per un contenuto video si devono fare le dovute considerazioni. Ad esempio, se il video è di breve durata e mira ad un target giovanile, potrebbe essere una buona idea rivolgersi a piattaforme quali Instagram, Snapchat, Vine o Periscope.
Se la durata è maggiore e vuole essere rivolto a giovani e meno giovani, allora si potrebbe optare per Facebook e Twitter. Ovviamente non si può dimenticare YouTube, che è il 2° motore di ricerca del pianeta registrando ricerche per oltre 3 miliardi ogni mese.
Si vuole condividere contenuti che si basano su immagini?
Ecco che entrano in ballo Pinterest, Shopify, Instagram e Tumblr. Pinterest è ideale se si ha un brand che vende al privato (B2C); Shopify è amato dal 93% degli utenti della piattaforma per effettuare degli acquisti; Instagram, per costruire quella che è la storia visiva della marca (il che viene detto “storytelling”) ; Tumblr è adatto particolarmente ai più giovani e la sua “anima” sono le immagini.
Si vuole condividere dei contenuti che sono editoriali?
Di certo LinkedIn è un canale perfetto per le società che vogliano avere la massima visibilità, considerato che vi si può pubblicare un testo incentrato sul proprio brand che potrebbe essere virtualmente letto da oltre 300 milioni di iscritti in tutto il mondo. Importante, se il proprio business non si limita al territorio nazionale, diffondere i testi anche nelle lingue degli altri Paesi target.
Quali canali si possono gestire nella propria strategia social marketing?
Da recenti studi, il 91% dei brand specializzati nella vendita al dettaglio usa 2 o anche più canali social. Certo, un solo canale potrebbe portare ad un certo incremento del business, ma un numero superiore potrebbe portarne ancor di più.
Ma non si deve mai esagerare perché, come dice un noto proverbio “Il troppo storpia”. Se se ne usano troppi si rischia di “diluire” l’impatto che si voleva avere e potrebbe anche risentirne la portata del proprio brand.
Qui ci viene incontro uno strumento fondamentale di pianificazione social che potrebbe essere Buffer, Hootsuite o l’italiano PostPickr. Queste tre piattaforme danno modo di poter mettere in calendario per la pubblicazione testi sui vari social media quali Facebook, Twitter, LinkedIn e Google+.
È possibile pianificare la pubblicazione su tutti i canali (il che tuttavia non è una opzione consigliata) o editare i testi per adattarli alla piattaforma target (ad esempio, aggiungendo l’#Hashtag).
Tali strumenti permettono anche l’inserimento di foto, cosa importante poiché dalle analisi risulta che in tal modo si ottengono ben il 94 per cento di maggiori visualizzazioni.
Di sicuro la pubblicazione automatica dei post è un bell’aiuto e consente di pianificare ottimamente la propria strategia di marketing sui social.
Come si diventa social media manager?
Detto anche più semplicemente social manager, un social media manager ha il compito della gestione i social, facendo sì che si dia comunicazione sul brand sui vari social. Non è un’attività che si improvvisa, in quanto necessita di una adeguata formazione ed esperienza; non a caso vi sono degli appositi corsi per apprendere come si gestisce un’attività di marketing sui social media.
Improvvisarsi social media manager non è mai buona cosa e conviene sempre affidarsi ad un professionista del settore. Il fai da te potrebbe portare a dei buoni frutti, ma anche a situazioni disastrose. Meglio evitare, quindi, il fai da te se si tiene al proprio brand.
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