
In questo spazio la nostra digital e SEO agency milanese vuole portarvi alla scoperta di uno dei fattori più importanti legato alla SEO: il significato del bounce rate o “frequenza di rimbalzo”.
Continuate a leggere il post e scopriremo quelli che sono i parametri che regolano questo fattore. Capiremo di cosa si tratta e perché deve essere interesse del cliente cercare di tenere il bounce rate del proprio sito basso. Scopriremo quando questo parametro è considerato troppo alto e in che modo poter rimediare a questo problema. Dopodiché capiremo come fanno gli esperti a calcolare la percentuale della frequenza di rimbalzo. Infine troverai in questo post una serie di consigli indispensabili per ridurre il bounce rate.
Per poter spiegare con semplicità il significato del bounce rate ci avvarremo della definizione che di questo da Google Analytics. Senza addentrarci troppo in quelle che possono essere considerate come “interazioni”. Possiamo definire la frequenza di rimbalzo in base al tempo che un utente utilizza per interagire con una determinata pagina di un sito.
Si tratta, in pratica, del tempo che un utente passa su una pagina prima di abbandonarla.
Bounce rate basso: quando è un indice positivo per il sito
Il concetto legato al bounce rate è nato per semplificare il lavoro agli esperti e per permettere a questi di far capire con semplicità ai propri clienti questo fattore.
La frase di rito da pronunciare, in questo senso, è: “un sito che funziona ha un bounce rate basso”. A questo punto l’ulteriore interrogazione da parte del cliente arriverà in maniera più che naturale: “in che percentuale il bounce rate può essere considerato basso e quindi positivo?”. In questo caso è possibile dividere l’incidenza della frequenza di rimbalzo in tre fasce piuttosto delineate:
- 26-40%, bounce rate basso
- 41-55%, buonce rate nella media
- 56-70%, bounce rate alto
Cosa significa, in poche parole, avere un bounce rate basso? Vuol dire che l’utente resta per un tempo piuttosto elevato su una pagina del nostro sito. Per via di quale meccanismo si verifica questo? La risposta può non essere univoca, ma in generale accade che l’utente trova interessante i nostri contenuti. È quindi attratto dal nostro sito, sul quale ci sono le “risposte” esatte alle sue “domande”.
Un bounce rate basso in generale può significare che l’utente passa più di 30 secondi su una pagina del nostro sito (a leggere, acquistare, scaricare contenuti, oppure a guardare video e foto).
Bisogna prestare attenzione anche ad altri fattori legati alla frequenza di rimbalzo. Questa, infatti, va sempre valutata in base alla tipologia e agli obiettivi del sito. Non tutto il bounce rate alto è da “buttare via”.
La complessità di questi argomenti ci aiuta anche a capire perché fare SEO è importante per il tuo business.
Bounce rate alto: Quando bisogna correre ai ripari
Sono molti i problemi di un sito che possono portare a un bounce rate troppo alto. Tra i più classici può esserci la lentezza di caricamento di una pagina. L’utente, si sa, non ha molta pazienza e un’attesa troppo lunga per il caricamento di una pagina può portarlo a decidere di abbandonare il nostro sito.
Questo può far aumentare il bounce rate fino a superare la fatidica soglia del +50%. Oltre questa percentuale (ma il suggerimento è di farlo anche con percentuali leggermente più basse di questa) bisognerebbe iniziare a preoccuparsi e a correre ai ripari. Superare questa soglia, infatti, potrebbe impattare negativamente sul sito. In che modo?
È utile chiarire, innanzitutto, che non esistono penalizzazioni da parte dei motori di ricerca per alto bounce rate. Questo perché non sempre è semplice distinguere tra bounce rate “buono” da uno “cattivo”. Per un sito che punta a fare conversioni, infatti, la facilità di navigazione può semplificare l’attività dell’utente fino a che questi compia una determinata azione in poco tempo.
Il sito che propone contenuti approfonditi e sperimenta un’alta percentuale di bounce rate può subire un drastico calo di traffico. Questo perché, molto probabilmente, i contenuti non sono utili o non rispondono ai dubbi degli utenti.
Formula per calcolare il bounce rate
Nella search engine optimization esiste una formula che consente di effettuare la simulazione dei calcoli della percentuale della frequenza di rimbalzo. La formula per calcolare il bounce rate è:
moltiplicare il numero di visitatori unici (che visitano una sola volta una pagina del sito) per sessione di navigazione e poi dividere il risultato per il numero totale dei visitatori della pagina.
Consigli su come ridurre il bounce rate
È importante chiarire un punto fondamentale: non esiste una ricetta univoca per risolvere i problemi legati alla frequenza di rimbalzo. Molti specialisti SEO sono piuttosto rigorosi nel proporre ricette adatte al singolo caso su questo problema.
Di seguito alcuni consigli su come abbassare la frequenza di rimbalzo:
- aprire nuove pagine in altre tabs per i link in uscita: permetti in questo modo all’utente di rimanere comunque sulla tua pagina, facilitandogli la navigazione senza obbligarlo a ricorrere a fastidiose ricerche in cronologia;
- facilita la lettura del testo: i tecnicismi non sono adatti alla maggior parte degli utenti. Le parole più semplici, invece, vanno bene per esperti e per non addetti ai lavori;
- utilizza il motore di ricerca interno: ogni sito dovrebbe averne uno. Questo consente agli utenti di trovare gli argomenti per keyword in maniera molto più semplice
- fatti consigliare la migliore strategia di link building: la giusta strategia di link building per il tuo business può aiutare a migliorare la fruibilità del tuo sito.
Cosa può fare la nostra Digital Agency per aiutarvi a migliorare il bounce rate
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